Oggi inauguriamo un nuovo tema nel blog di Bonel Botanicals. Curiosi?
Ci piacerebbe farvi vivere l’evoluzione della profumeria nel corso degli anni: dai tempi dell’antica Roma fino al XXI secolo.
Il profumo ha origini antichissime e da un punto di vista antropologico ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella relazione che unisce le divinità e gli uomini.
Nell’immaginario greco, per farvi capire, è L’Euôdia cioè il «buon odore» che rivela all’uomo la presenza di una divinità.
Iniziamo quindi in nostro viaggio proprio a partire dall’antichità e dagli albori della cultura dell’uomo, infatti la storia del profumo si confonde e si mischia con la storia della nostra società e cultura sin dalla sua nascita.
Il modo primordiale che l’umanità ha utilizzato per profumare è stato quella di dare fuoco a delle sostanze odorose.
Già nel paleolitico le popolazioni onoravano le loro divinità bruciando delle resine e dei legni particolari che emanavano odori caratteristici e molto intensi.
Nell’antichità l’utilizzo del profumo è spesso associato ai riti religiosi, tanto che nell’antico Egitto i primi profumi, a base di olii vegetali o grassi animali e sostanze odorose, erano fabbricati nei templi per mano dei sacerdoti.
Il più celebre profumo fabbricato in Egitto è il Kyphi ed è essenzialmente composto da miele, rose aromatiche, terebinto, mirra, zigolo ed altre sostanze botaniche. Al kyphi veniva dato fuoco per produrre un fumo denso odoroso che onorava le divinità durante i riti religiosi.
Andando avanti con gli anni il profumo si è unito anche alla medicina, infatti nell’antica Roma e Grecia le fumigazioni o gli unguenti con alcune sostanze botaniche erano utilizzate per la cura di malesseri fisici e psichici.
Oltre alla sacralità e alla medicina il profumo, in un mondo che non conosceva il sapone, ha iniziato a far parte della routine di bellezza dei greci e romani e l’utilizzo degli olii profumati è entrato prepotentemente nei bagni greci e nelle terme romane.
La composizione dei profumi antichi è ovviamente molto semplice, tanto che Plinio il Vecchio distingueva chiaramente «sucus et corpus» quindi la sostanza aromatica e il veicolo che la contiene.
Il veicolo era composto principalmente da oli vegetali come olio di olivo, olio di sesamo o olio di moringa.
Le sostanze aromatiche nell’antichità erano fiori e resine che venivano fatti macerare all’interno degli olii.
Nella zona mediterranea, culla di queste due civiltà antiche, erano disponibili soprattutto fiori come rose, violette, narcisi e lavanda.
Più avanti negli anni, grazie al nascente commercio con gli angoli più remoti della terra sono state introdotte in profumeria anche materie prime non locali e pregiate come il labdano (Cipro), il galbano (Giudea), l’incenso e la mirra (Arabia), la cannella (India).
Interessante vero? Ed è solo l’inizio di un percorso che anche oggi è in continua mutazione e che si mischia con la società in maniera così profonda da esserne influenzato da ogni singolo cambiamento.
Presto scopriremo l’evoluzione della profumeria durante il Medioevo e i secoli bui d’Europa.
Dott.ssa Federica D’Incà - COSMAST Master in Scienze e Tecnologie Cosmetiche
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