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Il profumo e la legge: come si protegge una formula?

Formule segrete e gelosamente custodite, i profumi nascono da un’attività di ricerca sensoriale e la combinazione di elementi che danno vita a una fragranza unica che, in quanto tale, può diventare oggetto di tentativi di riproduzione.

L’ordinamento giuridico offre diversi strumenti per proteggere le opere creative ed originali ma prima di entrare nellargomento prettamente regolatorio è bene fare alcune considerazioni.

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La cultura occidentale si è sempre focalizzata molto sul senso delludito e della vista considerando olfatto e gusto come sensi secondari, meno interessanti.

Filosofi come Platone e Aristotele, ad esempio, accusavano l’olfatto di offrire piaceri meno puri rispetto ad altri sensi, a causa della stretta connessione con la lussuria e l’istinto. Più tardi Buffon lo collegava alla dimensione animale, mentre Kant gli negava qualsiasi carattere estetico. Ancora oggi Bernard Edelman, giurista e filosofo francese, mantiene la distinzione tra i “sensi nobili” che si rivolgono alle capacità intellettuali e i “sensi volgari”, tra cui l’olfatto, che rimandano all’animalismo.

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Proprio in conseguenza a questa mancata attenzione al mondo dell'olfatto, spetta ai profumi una legislazione complessa e lacunosa in materia di protezione legale della fragranza.

Per fare un esempio, nel 1988 Maurice Roger, ex Ceo di DIOR Parfum, sosteneva che:

There is no artistic or intellectual property in our specialty.

In effetti fino a poco tempo fa, i contenziosi in tale settore erano rari e riguardavano più spesso il contenitore e non il contenuto. Nome, confezione e bottiglia godono ancor oggi della protezione del marchio, design o brevetto anche se in realtà rappresentano solo degli accessori del profumo nel suo significato letterale.

Solo dopo che lindustria della profumeria ha iniziato a diventare sensibile alle nuove tecnologie come la Gas Cromatografia (GC), si è assistito a dei fenomeni di contraffazione che rappresentano un danno enorme per le case essenziere. Di conseguenza, negli ultimi anni (come i settori dei media e dell’intrattenimento) anche l’industria dei profumi ha perseguito vigorosamente varie forme di protezione legale per i suoi prodotti.

Ecco a voi le principali: 

Protezione dei profumi tramite BREVETTO 

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La tutela del brevetto rappresenta il più potente strumento offerto dalla proprietà intellettuale per proteggere le invenzioni nuove, originali e utili.

Gli ordinamenti riconoscono e garantiscono al titolare del brevetto un’esclusiva ventennale su produzione e vendita, ma a tale esclusività corrisponde la divulgazione al momento della registrazione di informazioni relative alla composizione e all’utilizzo del prodotto e tali informazioni diventano poi di dominio pubblico allo scadere del brevetto.

Per questo l’industria dei profumi non fa particolare affidamento su questo meccanismo per la protezione delle fragranze: pochi produttori accetterebbero di divulgare completamentel’invenzione per ottenere una tutela a scadenza ventennale.

Inoltre, un secondo ostacolo che si pone all’utilizzo di tale forma di protezione è rappresentato dal requisito dell’utilità. Un’invenzione deve essere utile per essere brevettabile. Più che essere realmente utili, le fragranze rappresentano un elemento di puro “lusso”, alla pari dei prodotti di gioielleria. I pochi brevetti registrati sono infatti fondati sulla capacità utile del prodotto di soppiantare odori nocivi o di promuovere la salute fisica e psichica. 

 

Protezione del profumo tramite COPYRIGHT 

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Ottenere la protezione tramite copyright è senz’altro più facile che ottenerla tramite protezione brevettuale. Il copyright è concesso automaticamente una volta dimostrata loriginalità della creazione, inoltre il tempo di valenza è più protratto rispetto alla protezione brevettuale (circa 50-70 anni dalla morte del suo autore).

Tuttavia nel mondo dei profumi anche l’ottenimento di questa forma legislativa non sembra essere facile, come dimostrano questi due casi.

Nei primi anni 70’ nel caso Rochas vs De Laire secondo la corte di appello francese i profumi in quanto practical work” potevano beneficiare solo della protezione brevettuale.

Più recentemente in Bsiri-Barbir contro Haarman&Reimer, la Corte di Cassazione francese ha stabilito che i profumi are not eligible for protection under French copyright law because they are a product of the application of purely technical knowledge and lack, therefore a discernable association with the individual personalities of their creators”. In buona sostanza per la Corte i profumieri lavorano come artigiani, non come artisti.

Gli ostacoli che si pongono relativamente all’applicabilità del diritto d’autore in tale contesto attengono in particolare al fatto che sarà la fragranza in sé ad essere protetta e non la sua formula. Il copyright infatti protegge una creazione artistica, qualunque sia la sua forma di espressione. Per il profumo questo mezzo di espressione è la fragranza. Tuttavia, visto che si tratta di comparare due fragranze e non due formule, si pongono due problemi: uno relativo al carattere effimero dei profumi, l’altro relativo alla difficoltà di realizzare una descrizione tecnicamente obiettiva della fragranza stessa.

Tuttavia, alcuni giudici riconoscono alle fragranze la qualità di creazione artistica, espressione della personalità del suo autore. Un esempio è costituito dal caso Mugler.

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Thierry Mugler sosteneva che la casa di fragranze Molinard aveva venduto un prodotto "smell-alike" della sua famosa fragranza “Angel”. Il successo di questo profumo è stato attribuito alla sua inusuale “essenza gourmand” con forti note culinarie evocanti profumo di zucchero filato e caramello.

Il Tribunal de Commerce di Parigi concordava con l'affermazione di Mugler secondo cui "Angel" rappresenterebbe un lavoro protetto da copyright. In questo caso la Corte ha associato la creazione di una fragranza alla composizione di una partitura musicale e ha suggerito che le diverse percezioni e reazioni a “Angel” fossero analoghe a quelle generate da un’opera musicale.

Sin dai tempi dell’era vittoriana, infatti, i profumi sono stati descritti nel vocabolario della musica. Anche il profumiere di Marie Antoinette, Jean-Louis Fargeon, ha descritto il profumo come una composizione musicale, frutto di creatività.

 

Protezione dei profumi tramite MARCHIO D'IMPRESA

Nell'ultimo decennio la protezione tramite marchio d'impresa ha conosciuto una notevole evoluzione che ha portato alla creazione dei cosiddetti marchi atipici, in cui rientrano i segni olfattivi.

Tuttavia nella pratica, la registrabilità dei profumi come marchi è stata ostacolata dalla maggior parte delle giurisdizioni, in particola modo da quella comunitaria e statunitense in quanto la categoria predilige ancora la registrazione di segni (o marchi) ben distinguibili e riconoscibili visivamente.

 

Registrazione del profumo tramite STRUMENTI CONTRATTUALI

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Data la complessità nell’applicare il diritto della proprietà intellettuale all’industria dei profumi, le grandi aziende decidono di avvalersi della tutela di tipo contrattuale, per mantenere l’esclusiva nel mercato. In particolare, le cosiddette clausole di riservatezza o di confidenzialità rappresentano un importante strumento strategico in tale contesto.

Dietro la produzione dei profumi vi è infatti un’immensa rete di contratti. Primi tra tutti i contratti sulle materie prime utilizzate per produrre la fragranza, conclusi tra fornitori e i produttori. Per evitare la fuoriuscita di informazioni possiamo trovare clausole confidenziali vincolanti il fornitore alla segretezza circa la quantità e il prezzo dei fiori forniti all’industria.

Inoltre, spesso, le grandi multinazionali per limitare la cerchia delle persone a conoscenza di informazioni delicate, decidono di affidarsi per tutta la durata del business, ad un solo fornitore di materie prime. Sono dunque frequenti in questo ambito contratti che includono la garanzia di esclusiva a lunga decorrenza sulla produzione di determinati fiori, necessari per ottenere la fragranza.

Ne è un esempio la casa di moda Chanel, la quale ha concluso un tale accordo di esclusiva con la famiglia Mul, da secoli produttore di gelsomini. Troviamo infatti l’impianto di estrazione Chanel immediatamente adiacente alla coltivazione.

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La formula n. 5 è preziosa proprio grazie al rapporto simbiotico, coltivato da molti decenni, tra il fornitore di materie prime e la casa di moda. Il vantaggio di tale forma di protezione è che non vi è alcuna necessità di registrazione (eliminando dunque i relativi costi) e non deve essere soddisfatto alcun requisito formale. Inoltre, la protezione è garantita finché il segreto è mantenuto tale. Ma una volta che questo fuoriesce il solo mezzo disponibile per ottenere riparazione del danno è ricorrere agli strumenti di tipo contrattuale.

E’ tuttavia opportuno notare che il legislatore europeo, nella citata direttiva, prevede dei casi in cui l’acquisizione di un segreto commerciale è considerata lecita. Tra questi vi è l’ipotesi di “osservazione, studio, smontaggio o prova di un prodotto o di un oggetto messo a disposizione del pubblico o lecitamente in possesso del soggetto che acquisisce le informazioni”.

Tale modalità, applicata al contesto dell’industria profumiera, corrisponde alla tecnologia gas-cromatografia-spettrometria di massa (GC-MS), la quale consente di analizzare con accuratezza la composizione chimica di una sostanza, grazie ad un procedimento di separazione in base al peso delle molecole che la compongono. In questo modo vengono identificate non solo le sostanze chimiche, ma anche la loro quantità precisa all’interno di un prodotto, rendendo possibile l’esatta riproduzione di un profumo.

 

Federica Cosmast

Dott.ssa Federica D’Incà - COSMAST Master in Scienze e Tecnologie Cosmetiche

“Ogni donna ha il diritto di essere bella” - Elizabeth Arden

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