Eccoci giunti alla fine della storia della profumeria! È stato un lungo viaggio partito dall’antica Grecia ed arrivato fino ai giorni nostri in cui la storia dell’umanità e quella della profumeria si sono incrociati e a volte anche divisi. Vediamo cosa succede dalla fine dei conflitti mondiali fino ad oggi.
Nel dopoguerra lo spirito di rinnovamento è forte e si propaga nel corso degli anni fino al 1970 dove il vento di libertà soffia sopra una giovane Europa. Le composizioni profumate rispecchiano questa epoca di freschezza e sono, in prevalenza, leggere e verdi. Le donne si emancipano e rivendicano dei profumi che incarnano questo desiderio, ecco che per questa nuova generazione di donne vengono creati N°19 di Chanel o Amazone di Hérmes.
In quest’epoca di nuovi gusti nascono profumi iconici come Eau Sauvage di Dior e Paco Rabanne pour Homme di Paco Rabanne che determinano, con le loro note, la riscossa e la nuova affermazione della famiglia olfattiva dei Fuogère - nome di fantasia che indica le fragranze maschili caratterizzate da note virili e accordi di lavanda, geranio, vetiver e muschio.
Gli anni '80 sono gli anni del boom, anche in profumeria, i lanci di nuove fragranze sono numerosissimi e spiccano le fragranze sensuali e opulente. In questi anni vedono la luce Coco di Chanel, Poison di Dior e Opium di YSL.
Gli anni '90 sono più modesti e caratterizzati da eventi mondiali come la diffusione dell’AIDS che, già come abbiamo visto in passato, richiama nel mondo dei profumi a sentori più medicali, leggeri, freschi e muschiati. In questi anni nascono Acqua di Giò di Giorgio Armani e Kenzo pour homme.
L’utilizzo del profumo si estende anche ai giovani ragazzi e ragazze adolescenti, urbani e trasgressivi che con CK One (chi non ne ha posseduto almeno una boccetta!) di Calvin Klein si sentono rispecchiati!
Negli anni 2000 i lanci continuano e le fragranze nuove si susseguono in un vortice continuo, è il periodo di Chloé, Chance di Chanel, J’Adore di Dior e Light Blue di Dolce e Gabbana.
Ormai la profumeria è accessibile a tutti nei grandi magazzini e nelle profumerie commerciali ed ogni persona solitamente possiede almeno un profumo. La pubblicità delle fragranze assume un ruolo centrale e spesso le case produttrici investono di più in questo mezzo che nella fragranza stessa. Assistiamo un peggioramento qualitativo delle fragranze che perdono anche in originalità dovendo uniformarsi ad un pubblico sempre più amplio e globalizzato.
In questo scenario, in realtà già a partire dagli anni '70, a me piace dire per semplice resistenza, nascono le case della profumeria di Nicchia. Dove i lanci sono molto contenuti, il packaging è iconico e pulito e la pubblicità inesistente, tutto viene investito nella qualità della fragranza.
Abbiamo già parlato a fondo della profumeria di Nicchia, qui potete trovare i link agli articoli:
Oggi la profumeria commerciale si mischia alla profumeria di nicchia e c’è un ritorno all’essenzialità delle fragranze: il pack si minimalizza, la comunicazione si è spostata sui social media e si investe di nuovo molto sulla qualità della fragranza.
Ora è un altro periodo di rivoluzione per la profumeria. Si va verso l’estinzione del genere! I profumi non vengono più ideati secondo la logica uomo, donna, maschio e femmina ma vengono ideati per essere apprezzati da entrambi e così può succedere che una coppia condivida ed ami lo stesso profumo.
Abbiamo visto la storia della profumeria, tra alti e bassi, rivoluzioni e cambiamenti di rotta. Sicuramente è un percorso entusiasmante che si mischia con la storia e la cultura umana in maniera profonda.
Il futuro della profumeria è un libro bianco e tra qualche anno ne scopriremo le parole, io non vedo l’ora!
Dott.ssa Federica D’Incà - COSMAST Master in Scienze e Tecnologie Cosmetiche
“Ogni donna ha il diritto di essere bella” - Elizabeth Arden